Un giorno, l’imprenditore di un azienda di energie rinnovabili contattò mio nonno. Lui povero contadino, contattato da un esuberante ed ambizioso imprenditore. Cosa voleva quest’uomo completamente diverso da mio nonno? Si incontrarono al centro di quel campo, che mio nonno per 40 anni aveva coltivato con cura.L’odore del terreno umido, appena innaffiato, inebriava i loro nasi ed il sole, riscaldava le loro teste. Mio nonno lo accolse con un sorriso ed una stretta di mano poderosa, che solo un uomo dei campi poteva dare. Non era un uomo acculturato, ma aveva qualcosa, che pochi al mondo possedevano. L’esperienza di vita.
“Le propongo un progetto nuovo per il suo terreno. Non ho l’abitudine di parlare di cifre a voce. Questa è la mia proposta”
L’imprenditore guardò negli occhi mio nonno e gli porse un documento, in cui era scritta l’offerta, con tutti i dettagli:
“Questo terreno ha una posizione ottima per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Sappiamo benissimo che l’agricoltura in questa zona, non rende molto. Le chiediamo di consentirci di costruire l’impianto fotovoltaico, in cambio di un canone annuale. Come può vedere è un bel canone, molto più alto di quanto, sicuramente, guadagna con la vendita dei suoi prodotti ortofrutticoli”
Mio nonno, lo guardò negli occhi, con aria da sornione e gli disse:
“Non voglio, rovinarti i piani, ma non voglio canoni, nè voglio che mettiate mani al mio terreno. Continuerò a coltivare la mia terra, anche se oggi rende poco. Io ci credo. Quando ero giovane, tutti mi sconsigliavano di comprare questo terreno. Troppe pietre, mi dicevano, non ne ricaverai nulla. Con la fatica di queste mie mani, come i mie padri, ho sradicato pietre, mi sono preso cura di questo terreno, l’ho reso più fertile, con la mia voglia ed il mio entusiasmo. Anche se oggi, non ho più l’entusiasmo di un tempo, non posso abbandonare i miei progetti. Questo terreno è mio figlio, è mio amico, è mia moglie, è me stesso. Non si abbandonano i progetti, per un po di difficoltà. Lotto per far rendere il terreno al massimo. Credo in lui e lui crede in me. Non lo abbandonerò, perchè lui ha bisogno di essere valorizzato ed ha bisogno che io creda in lui. Lui non è solo e con voi lo sarebbe. Lo snaturereste. Questo terreno è nato per dare i suoi frutti e non come appoggio per dei pannelli”
L’imprenditore lo guardò infastidito e se ne andò. Mio nonno, con lacrime di commozione, si inginocchiò, prese un mucchio della sua terra e la assaggiò. Aveva un sapore dolce. Il sapore del ringraziamento per non averla abbandonata.
“Tu sei la mia terra. Io sarò con te sempre, ricordatelo”
mio nonno disse, abbassando lo sguardo. Un silenzio lo circondò. Era il silenzio dei giusti. Il sole si inchinò a mio nonno e sparì tuffandosi nell’altra parte del mondo, benedicendolo con i rosei colori del tramonto.
Tutti noi, terreni rossi di Puglia, abbiamo bisogno di qualcuno che creda in noi, che ci difenda, che ci faccia notare se i progetti dai facili guadagni, in cambio, possano farci perdere qualcosa di più importante. Noi stessi. Beati i contadini di anime, i protettori di cuori e le mani operanti che agiscono coltivando il bene. Beati coloro che non abbandonano i loro progetti, per un po di difficoltà, perchè chi la dura, la vince, perchè chi crede, ottiene sempre il massimo, qualsiasi significato abbia questo “massimo”. Beati coloro che credono nella propria e nelle proprie terre. Le terre di Puglia.
Udito – Musica consigliata: Moments of Puglia
Gusto: olive
Olfatto: terra rossa di Puglia
Tatto: terra rossa di Puglia