Ogni uomo è fatto di testa e cuore. Due parti che non possono fare a meno l’una dell’altra. Egli è come un bel panorama in una fotografia, fatto di limpido e sognante cielo e ruvida e razionale terra. La chiave di lettura di ogni uomo, sta proprio nel suo orizzonte, il punto d’incontro tra terra e cielo ed equilibrio dell’animo di ciascuno. Nel corso della propria esistenza, tale linea di orizzonte si sposta facendo prevalere ora il cielo, ora la terra. Niente cambia, però, il fatto sostanziale che c’è sempre un orizzonte ed una chiave di lettura segretamente nascosta, in tale orizzonte. Niente cambia il fascino che ciascun panorama, se ben osservato nei suoi dettagli, sa imprimerti. Se ogni cosa deve avere il suo equilibrio, lo stesso vale nel rapporto tra esseri umani e nel rapporto tra essi e la natura.
L’incontro che funziona, che sia tra amici, tra amanti, tra innamorati o tra paesaggi è quello in cui la propria linea di orizzonte combacia e si sposta, come una danza, allo spostamento dell’orizzonte dell’altro. Un piccolo esempio sciocco, ma chiarificatore di siffatta affermazione. Avete mai notato il dolce danzar tra innamorati che mangiano in un ristorante. A lungo andar, quando beve l’uno, beve anche l’altro, quando mangia l’uno mangia l’altro prezioso commensale.
Gli incontri più speciali, sono quelli in cui le linee di orizzonte, nelle fotografie di ognuno, combaciano, facendo sì che ciascuna fotografia sebbene in due dimensioni, messa affianco all’altra componga un magico e quasi tridimensionale panorama complessivo, fatto quasi tutto di cielo sconfinato.
Auguro a ciascuno delle mie persone care, di incontrare sempre nella propria vita, situazioni del genere, che sia nell’amicizia, nell’amore o nella natura.
Una regola, però, vale per chi lavora In una Pubblica Amministrazione o In Ospedale o in ogni altro servizio pubblico e soprattutto per chi si occupa di politica. E’ vero che esser a servizio dei cittadini comporta scontrarsi con diverse fotografie, fatte di diversi orizzonti e punti di equilibrio. Ne deriva che è impossibile raggiungere quel punto di equilibrio ideale che soddisfa tutti. Del resto è anche vero che esiste un punto, l’ottimo paretiano o equilibrio di Nash, in cui si minimizza il disagio individuale per massimizzare il vantaggio collettivo.
Un servitore pubblico ideale, è colui che osserva, come fotografo esperto, l’orizzonte delle fotografie del proprio popolo, componendo un puzzle di foto che valorizzi il paesaggio complessivo, anche a costo di minimizzar il valore del paesaggio raffigurato nella propria foto.