Mi ritrovo, di nuovo, a nuotare tra l’azzurro del cielo ed il verde del mare. Nuoto tra i pesci che in banchi, divertiti, prendono in giro la mia goffaggine da balena in mezzo al mare. Ad ogni battito di gamba, il mio fiato si spezza sempre di più ed è lì che incomincio a diventare liquido, completamente mimetizzato con il verde dell’acqua. Esco da quella famosa grotta marina ed ad ogni bracciata, osservo con stupore, la possente parete di roccia che è tutt’uno con le case. Esse si affacciano orgogliose sul mare, incuranti di ogni tempesta e del profumo di mimose che si diffonde nell’aria. La gente si affaccia sopra di me, da quelle terrazze, incurante del mio lento passaggio. L’incuranza è il risultato della sindrome di Stendhal che coglie chiunque osservi il mare da questi posti magici. Mi immagino che cosa abbia provato quell’uomo che, nel rilassamento della mia nuotata, vedo raffigurato in quella statua. Quell’uomo che a furia di alzar le braccia, dall’alto di quella scogliera, è riuscito a volare, rimanendo nella storia con i suoi versi e la sua musica. La sua anima mi accompagna e rende più vigorosa la mia nuotata, mentre si affaccia, salutandomi, la lama più famosa di quel luogo, che qualche angelo ha costruito per noi. Mi vedo, nel mentre del mio sforzo, in caduta libera, con grazia, dall’alto di quel palazzo, come quei famosi tuffatori internazionali fanno ogni anno. La gente esulta dalla scogliera opposta. Ma è solo un sogno, un sogno talmente bello che non mi voglio svegliare. Perché loro volano, come chiunque abiti in questi posti magici. Come loro mi ritrovo a volare, plasmando il vento sopra i problemi, la minaccia delle onde e delle rocce. Sono libero mentre guardo, con candore e stima, cento metri di armonia dove pare il tempo si sia fermato. Semplicemente, un abbazia, un piccolo attracco di barche, una torre sul mare e cave rinascimentali allagate dal mare. Vedo un pescator osservarmi mentre plano, come uccello, su un luogo che rimarrà per sempre uno dei mie preferiti. Anima immutata di un territorio dal volante cuore. Mi risveglio dal sogno mentre poggio i piedi sulle rocce aguzze di quella spiaggia. Dolce dolore…..ed in quel mentre penso
“Che gran viaggio, quello sulla terra degli angeli pugliesi”