E poi mi buttai in acqua. Che sensazione spiacevole all’inizio, quella fredda mano del mare. Eppure quella mano era la mia vita in quel momento. Incomincia a dimenar le mie braccia in avanti, prima sgraziatamente, poi fluidamente come l’acqua che mi circondava. Una bracciata dopo l’altra. Un respiro dopo l’altro. Mi sentì soffocare ad un certo punto. Presi fiato tirando su la testa, come un cetaceo goffo e buffo. Il sole mi accecò. Lo aveva fatto apposta da lassù, quel dispettoso di un padre divino. Ce la metteva tutta per darmi fastidio. Mi rituffai nel mare di questa estate ed il mio fiato fu finalmente spezzato. In relax con ritmo costante, arrivai al largo di questo mare, diluendo i problemi nell’acqua azzurra e limpida, che circondava il mio essere ingenuo e sfrontato. Nessun bagnante intorno a me a disturbarmi. Ormai eravamo solo io e te, mare di me. Guardai al largo, verso l’orizzonte lontano. Il cielo mi colpi gli occhi, lo stomaco ed il cuore, con la sua vastità. Niente era visibile, se non acqua dal sapore dolcemente salato. Guardai dall’altro lato e mi colse di sorpresa la costa, un piccolo bambino che giocava con il suo salvagente. Piccolo, ed ancora più minuto da lontano. Ormai era silenzio. Lo stridio e le grida dei genitori che richiamano i figli, delle coppie che si amano in acqua. Tutto lontano. Siamo solo io e te. Mare. Continuai a nuotare fino a quando le mie braccia e le mie gambe, mi dissero basta. Ma era un basta di piacere. Ora sono ancora più lontano, nel silenzioso frastuono di me stesso. Ora sono ancora più lontano e più vicino alla musica del mare accogliente. Io piccolo essere, sfidante e temerario, chiedo che tu mi accolga nel tuo universo, libero pensiero, libere acque, forte mare d’estate. La tua risposta la conosco. Tu sei sempre pronta a portarmi via con te. Allora fallo, portami nella serenità del tuo placido o agitante ondeggiar.
Udito – Musica consigliata: Sting – Fields Of Gold
Gusto: acqua di mare
Olfatto: acqua di mare
Tatto: mare