Carl era un stimato bancario. Nel suo completo camminava elegantemente su quella strada, che lo portava alla sua sede di lavoro. Lui tutto preso e concentrato sulle questioni lavorative da affrontare, ogni mattina, passava sempre davanti a quell’angolo. Un anonimo angolo che al suo vertice, vedeva da qualche anno, crescer uno smilzo alberello di tiglio selvatico. Solo l’odore delle foglie e del terreno bagnato, nelle giornate d’inverno riusciva a distoglier Carl dai suoi pensieri lavorativi, in quel percorso. Ma c’era qualcosa che caratterizzava di più quell’angolo. Un uomo, un mendicante che soleva stanziare sempre li. Era strano, passava le giornate a chieder l’elemosina ed a squadrare con attenzione, prima il suo bicchiere di vino, che era costantemente pieno e poi le persone passare. Quante volte Carl, si era sentito osservato e quella sensazione gli aveva sempre dato fastidio. Come si permetteva quell’uomo di osservarlo così? Che cosa voleva da lui? Alcune volte queste domande gli balenavano per la testa, ma come una lieve velina soffiata dal vento la vedi scappar via nel giro di qualche attimo, così quei pensieri sparivano nel giro di qualche nano secondo dalla sua testa.
Passarono più estati, autunni, inverni e primavere. Tutto cambiava intorno a lui, tranne quell’angolo, che lo tormentava come fa una zanzara che ti ronza davanti ad un orecchio. Un giorno, mentre come al solito Carl, andava a lavoro, nel suo tragitto, ricevette una telefonata. Era il suo capo:
“Carl, ho avuto un emergenza familiare e non potrò esserci per oggi. Dovevamo lavorare insieme. Purtroppo è andata così. Prenditi un giorno. Te lo meriti. Tanto oggi senza di me, non faresti niente. Ho già parlato con la direzione. E’ un premio per te e mi sono messo d’accordo anche per darti un premio economico per il tuo lavoro. E’ più di un anno che non ti fermi. Riposati un giorno, vedrai che ti servirà”.
Carl sapeva benissimo che poteva lavorare su altre cose, ma decise con piacere di accettare l’offerta del suo capo. Era contento e rallentò il passo. Decise di non tornare a casa e di farsi un giro. Incominciò a guardarsi intorno. Osservò il cielo ed i dettagli del lastricato stradale, come non li aveva osservati prima. Quell’angolo si avvicinava sempre più. Vide quel solito fastidioso mendicante. I suoi occhi, lucidi, guardaron ancora una volta quel bicchiere di vino e poi si posarono su di lui con una profondità spietata. Carl, ormai era lì e consapevolmente decise di fermarsi:
“Mi chiamo Carl” gli disse con un sorriso di circostanza. Lo curiosità lo pervadeva.
“Come ti chiami?” continuò
Il mendicante gli rispose con aria trasognante: “Mi chiamo Albert”
“Perdona se ti disturbo” disse Carl “è da un bel po’ di tempo che noto che mi osservi con attenzione e sempre con quel bicchiere di vino, ti posso chiedere perché lo fai”
Albert sorrise sornione “Ti dispiace, se ti do del tu” disse
Carl “Certo, nessuno problema”
Albert lo guardò con la stessa profondità con cui lo aveva osservato ogni santa mattina “Carl, lo vedi questo bicchiere di vino. Riusciresti a capire se è buono oppure no al primo sguardo?”
Carl stranito per la domanda gli rispose “Onestamente non penso”
Albert sorrise ancora più sornione e continuò “Vedi, io penso che ognuno di noi sia vino, all’interno di un bicchiere. Quello che siamo, lo passiamo sapere in maniera consapevole oppure no e quello che sono gli altri ovviamente non lo possiamo sapere se non andiamo oltre quello che vediamo. Se non assaggiamo il vino come facciamo a sapere se è buono oppure no.
Noi abbiamo la possibilità di scegliere in che bicchiere versare il nostro vino e farlo vedere all’esterno. Abbiamo la scelta, dall’esterno di soffermarci solo ad osservare il vino degli altri, oppure decidere di gustarlo in maniera più o meno profonda e consapevole. Hai anche la scelta di farti assaggiare oppure no. Ci sono persone che sono vino annacquato all’interno di bicchieri di cristallo. Ci sono altri che decidono consapevolmente od inconsapevolmente di nasconder il loro vino buon, o all’interno di bicchieri di coccio sporco, mezzi rotti. Se non assaggi non scoprirai mai se di fronte hai vino buono o vino annacquato, a prescindere dal bicchiere in cui si presentano. Secondo me ognuno di noi dovrebbe avere il coraggio di assaggiar il vino degli altri. Spesso tale coraggio non ce lo abbiamo. Chi perché, per assaggiar il vino degli altri, deve far assaggiar il proprio vino e questo spaventa. Chi non ha il coraggio, perché preferisce non vivere e appiattirsi nelle sue cose. Carl, permettimi di darti un consiglio. Assaggia ogni tipo di vino e fatti assaggiare. E’ questo vivere ed arricchirsi. Vedrai che il rischio vale la candela”
Carl sorrise come non aveva mai fatto prima e pensò che aveva ragione il suo capo quando gli aveva detto per telefono, che gli sarebbe servito quel giorno di pausa. Da quel giorno, guardò i bicchieri di vino con occhi diversi.
Dall’attimo in cui incominciarono a parlare, Carl ed Albert divennero amici e si assaggiaron a vicenda. Entrambi scopriron, con il tempo, che il loro vino era veramente buono, nonostante i bicchieri di presentazione fossero diversi.