Sai che penso?
disse Walter
La verità è che quello di cui ti lamenti, non dipende dagli altri, ma da te. Sei tu che decidi chi fare entrare dentro il tuo cuore. Sei tu che decidi quali persone lasciare che giochino, come in un luna park, all’interno del tuo animo. Il gioco è rischioso, lo so. Non è facile far entrare qualcuno, con il pericolo che possa far danni. Ma alla fine la vita è una partita a poker. Non sempre azzecchi se l’altro sta bleffando. Non sempre puoi intuire con precisione che cosa l’altro abbia in mano.
Mentre parlava con il suo amico, Walter stringeva i pugni e digrignava i denti di rabbia. Aveva troppe volte fatto entrare nel suo parco giochi persone sbagliate, ma il suo non era un atteggiamento di pentimento, anzi.
Sai Luca,
diceva al suo amico.
Cosa vuoi fare allora? Vuoi giocare la tua mano? Oppure vuoi uscire dal gioco? Rischiare spinge spesso a farsi male. Ma se vuoi farti del bene, non puoi che rischiare. Perché il rischio è emozione, perché spesso il rischio è vita.
Luca lo guardò con attenzione. Non lo aveva mai visto così appassionato. La ferita in lui era ancora calda, si vedeva. Le cicatrici sarebbero sempre rimaste in lui. Ma erano cicatrici di vita e quelle sono sempre positive. Walter ne era consapevole. Quelle cicatrici, sono monito per il futuro, ricordi indelebili di un tempo che fu, di sogni infranti, che forse tanto sogni non erano.
Doveva andare così
disse Walter
dovevo far entrare persone sbagliate a metter a soqquadro il mio luna park, per capire quali delle mie giostre fosse più rilevante, per capire chi fossi realmente. Dovevano entrare queste persone, per capire come giocare al meglio le mie mani di poker, al tavolo della vita. Perché se non giochi, non impari mai. Perché se non giochi non capirai mai, se la scala che hai in mano, sia reale oppure no
Questo discorso metaforico, luna park, partita di poker, aveva colpito Luca. Aveva intuito a chi e a che cosa facesse riferimento. Del resto lui aveva vissuto di persona, tutte le peripezie del suo amico Walter. Montagne russe di vita, lo avevano decisamente colpito e da buon giocatore, il caro Walter, aveva deciso di cavalcarle fino all’estremo, quelle montagne russe, fino quasi a rimanere senza forze. Ormai il giro era finito ed il suo metter i piedi a terra, dopo aver volato, spesso in maniera solo pindarica, lo aveva fatto finalmente ragionare. Una pausa, una fermata serve sempre prima di riprendere a girare in questo luna park. Ti aiuta a capire meglio come aggrapparsi meglio ai vagoni delle montagne russe, come resistere meglio alla velocità ed evitare che la forza centrifuga e centripeta della giostra ti porti a sbattere contro le ringhiere del vagone.
Luca e Walter si strinsero la mano, da amici fraterni. Uscirono a farsi una birra e forse a mangiar un po’ di zucchero filato, che nel luna park si trova sempre. Uscirono, per distarsi un attimo dal continuo andirivieni del mondo. C’era un’altra mano di poker da giocare ed andava giocata sul tavolo di quelle montagne russe, per bene. Ora ne erano consapevoli. Ora erano più maturi. Conoscevano le regole del gioco, questa volta. Sorrisero insieme e fecero un patto tacito. Ci sarebbero sempre stati per entrambi, qualunque fosse stato il risultato di quella mano. L’amicizia vince sempre, anche quando perdi sul tavolo da poker.
Udito – Musica consigliata: Pink Floyd – Coming Back To Life
Gusto: zucchero filato
Olfatto: zucchero filato
Tatto: carte da gioco