C’è qualcosa che mi chiama nel cuore della notte.
C’è qualcuno che mi sveglia nel profondo del mio sonno.
Un pianura di verde smeraldo prato si innalza su di me.
Un cavallo corre su di essa e mi guarda con aria assorta.
Volge l’alba sul mio volto, le espressioni si fanno rilassate.
I raggi di luce mi accerchiano.
Quella presenza, mi alleggerisce il vespro del giorno prima che non c’era.
Alzo una mano per afferar qualcosa che non esiste, se non nella mia mente.
Uno specchio è il mio letto, mentre mi alzo.
Da quello specchio, vedo ghiacciai e deserti di mondi a me noti.
Durante la notte li ho sognati.
Siamo deserti e mari infiniti, letti destinati ad alzarsi nel cielo di noi stessi.
Viviamo su nuvole fatte di sogni che non leggiamo.
Camminiamo su strade fatte dalle briciole delle nostre passioni.
Svaniamo, coperti da nebbie di pensieri strani.
Giochiamo con stelle e lune di cui non ci accorgiamo.
Danziamo su filari di vigne di cui non conosciamo il sapore.
Ci copriamo di musica se abbiamo freddo.
Ma il calore siamo noi. Siamo noi, che lo diffondiamo nelle nostre vene.
Vittime e carnefici, liberiamo le nostre mani con pugnalate di luce
che squarciano spesso le tele delle nostre vie.
Siamo noi, sono io, siete voi, liberi pensatori del mondo prigioniero.
Colti ed incolti uomini dai calori stravaganti che vivon le vite
nella consapevole inconsapevolezza.
Udito – Musica consigliata: London Grammar – Maybe
Gusto: caffè
Olfatto: caffè
Tatto: ciottoli