Muraglia, ultima pagina di una città, che non è altro che album fotografico dai mille sapori.
Il tramonto incombe.
Cammino sereno su eleganti pietre di calcare e mi sembra di galleggiar su nuvole dorate
mentre mi accorgo che quel luogo, talmente comune ai mie occhi, diventa magico solo a quest’ora.
Due rondini giocano nell’aria disegnando traiettorie che rispecchian,
inesorabilmente , l’andamento della vita.
Il rumore del mare che sbatte sui frangiflutti attira
irresistibilmente la mia attenzione ed ad esso pongo lo sguardo.
Vedo le acque che si schiariscono illuminate
da miliardi di stelline fatte della materia del sole movente .
Anche il mio animo diventa più chiaro e si riempie di colore.
E’ possibil che tale colore aumenti la consapevolezza di me stesso?
Tal domanda si pone nella mia mente
trovando la risposta nei raggi del sole.
Essi sono talmente bassi che accecan
la mia vista ed è difficil per chiunque passi,
scorger se colui che ti è affianco abbia una pelle di color chiaro o scuro.
D’un tratto, camminando stancamente,
scorgo la sagoma imponente della chiesa di San Nicola.
Le campane suonano a festa.
Di colpo, mentre il sole continua a scendere mi accorgo che
ogni angolo di questo luogo ameno è come traslato. Ha cambiato posizione.
Noto il dettaglio di ogni spigolo e e di ogni bifora
baciata dai raggi color arancio che ne accentuano la bellezza.
D’improvviso la Chiesa ridiventa Palazzo.
E’a quest’ora che si risveglian le antiche anime dei baresi.
Noto Saraceni affaccendarsi per chieder udienza al Catapano, Vedo Cavalier Crociati forgiar le armi,
che sono ora rosse come il fuoco, per poi partir alla volta di Gerusalemme.
Colgo lo sguardo di antichi operai che trasportan con fatica, da chissà quale antica cava,
quelle pietre calcaree, materia concreta alla base di questo capolavoro di magica fattezza.
Mi rivolgo di nuovo al mare e scorgo in lontananza le Caravelle dei Marinai
che, da Mira,trionfanti, hanno traslato le ossa di un Santo.
Quando il sole pone il suo ultimo respiro su questa città,
per poi rinascer In qualche altro sconosciuto luogo,
mi accorgo con stupore che queste antiche anime,
hanno preso ad andar nei loro giacigli per poi addormentarsi,
sereni, nell’attesa del prossimo tramonto.
Proprio nell’attimo in cui l’ultimo fantasma è andato via,
l’ombra del mio corpo e della mia anima reclama attenzione.
Mi chiama trionfante, sottolineando la sua fattezza da gigante.
Eppur qualche attimo prima era nano fastidioso attaccato ai miei piedi.
Cala la notte ed odo le voci di mamme e nonne sagge che
richiaman i bambini dai loro giochi per strada, per la cena.
Un odore, a me conosciuto, di leccorrnie baresi riempie l’aria.
Le luci di quel lampione si accendono ed il cielo si è riempito di un manto di stelle che,
sebben disturbato da quella luce artificiale è stranamente chiaro.
Un fascino diverso seppur uguale a se stesso ha pervaso le antiche pietre.
Cala la notte e nel deserto della muraglia, prima piena di vita,
cresce ancor più forte l’amor per questo luogo che al tramonto è porta d’oriente,
chiave d’accesso ai meandri nascosti delle proprie anime ed emozioni,
capitale intrinseca della più pura bellezza.
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